Riformulazione
Infatti le prime opere "Parametri" trovano la loro evoluzione nelle "Deformazioni assiali e assonometriche", così come quest’ultime nelle “Alterazioni prospettiche”. L'intera ricerca nella sua evoluzione riflette sulla possibilità di fornire allo spettatore un'immagine in cui esso possa identificarsi, in quanto ognuno di noi è sia massa molecolare, quindi elemento di uno spazio e contemporaneamente generatore di un processo cognitivo, in grado di riformulare continuamente l’osservazione. L'ipotesi è quella di fornire un'immagine-test dove il corpo funge da espediente per avviare un dialogo con l’osservatore; un corpo che non è dato come il comune percepito, piuttosto come percepibile e mutevole, rappresenta quindi l'invito al pubblico a guardare la realtà in modo diverso, rompendo l’abitudine percettiva che ognuno di noi ha di sé e degli altri.
Questo tipo di ricerca è aperta ma meticolosa, utilizza una metodologia precisa al fine di ricostruire l'immagine, spesso basata su calcoli matematici, algoritmi e fondamenti di geometria analitica. Queste diverse procedure consentono di riformulare la stessa immagine in innumerevoli sue varianti, affinché l'osservatore si trova in un esperimento ottico di differenza e ripetizione. La stessa immagine scomposta secondo una griglia numerica nel lavoro "Parametri", può essere avvolta su se stessa, in una concezione spaziale nella "Deformazione assiale", come quest'ultima potrà assumere una forma più geometrica in "Alterazione prospettica".